Isegoria
Isegoria, nel linguaggio politico degli antichi Greci indicava la libertà di parola
Insieme a iṡonomìa (eguaglianza di fronte alla legge) e isocrazia (eguaglianza di potere) fonda i principî fondamentali della Democrazia ellenica e del concetto stesso di Democrazia
Una prima menzione dell'isegoria la si ha nei poemi omerici, in particolare nell'Iliade.
Tersite prende la parola per criticare i re, e dice cose non molto diverse da quelle dette da Achille ma viene severamente punito in una assemblea dominata dai re e dagli eroi: Tersite, uomo del demos, ha sì il diritto di parlare, ma non di pronunciare frasi inopportune verso il ceto dominante. L'organizzazione gerarchica all’ora prevaleva su un diritto che non aveva trovato regolamentazione con la fissazione di criteri oggettivi.
Con l'affermarsi, sia pure contrastato, della democrazia, gli strati emergenti delle popolazioni riuscirono a conquistare il diritto di parlare in assemblea (isegoria) e quello di farlo liberamente per quello che riguarda i contenuti (parresia) i due termini sono usati come sinonimi.
Nella Costituzione degli Ateniesi dello pseudo-Aristotele, l'isegoria è considerata fondamentale.
Erodoto afferma che Atene, che era divenuta la polis più potente, proprio perché aveva introdotto in modo scrupoloso l'isegoria.
Anche Euripide, nelle Supplici, sottolinea il rapporto tra l'isegorìa (compresa la libertà di tacere) e le prerogative di libertà e uguaglianza.
iṡonomìa
dal greco isos: "uguale" e nomos: "legge" rappresenta il concetto di eguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge.
Nasce come forma di governo ad Atene, con la riforma democratica dell'aristocratico Clistene, che seguì al rovesciamento della tirannide di Pisistrato e dei suoi discendenti.
Tutti sono soggetti alla stessa legge; la rotazione e il sorteggio nella partecipazione alle cariche politiche stanno ad indicare che tutti hanno la medesima aretè (virtù), e che ognuno trova la propria realizzazione nella partecipazione alla comunità.
L'isonomia infatti consiste soprattutto nell'affinità fra l'ordine naturale che governa l'universo (kòsmos), e le leggi che governano la città.
Queste sono concepite come un riflesso della Legge universale posta a fondamento del mondo. Solo in virtù di una tale corrispondenza l'uomo greco si sente organicamente inserito nella collettività.
L'armonia esistente fra la polis (città), e i singoli individui che la compongono, è identica (ìsos) a quella esistente in natura fra il tutto e le sue singole parti.
Più specificamente, secondo Alcmeone di Crotone isonomia sarebbe il perfetto equilibrio, l'armonia del corpo, quindi la salute; in questo senso, il suo contrario sarebbe la monarchia, intesa come il prevalere di una parte sulle altre.
Secondo Epicuro, citato poi in tal senso da Lucrezio, l'isonomia consiste invece nella armonica corrispondenza di tutte le parti nell'infinito, all'interno di una concezione dinamica dell'equilibrio cosmico.
Isocrazia
DEMOCRAZIA (gr. δημοκρατία, da δῆμος "popolo" e κρατέω "domino"; fr. démocratie; sp. democracía; ted. Dentokratie; ingl. democracy).
La democrazia è la sovranità concessa a tutti coloro che fanno parte del δῆμος.
La sovranità dello stato spettava alla totalità dei cittadini in quanto nati o regolarmente divenuti cittadini, indipendentemente da nascita o ricchezza.
Poiché è principio necessario che tutti abbiano eguale diritto di voto nella democrazia, la maggioranza è sovrana, e quindi, ove non vi sia alcun temperamento, il ceto infimo, che è il più numeroso, diviene facilmente sinonimo di demo, la folla cui si contrappongono i pochi, che sono i più ricchi o coloro che in qualche modo eccellono.
Principî fondamentali sono l'isonomia, la libertà, l'isocrazia e l'isegoria.
Per l'isonomia la legge è eguale per tutti; la libertà è condizione necessaria e scopo della democrazia;
l'isocrazia e l'isegoria, ("eguaglianza di potere" e "libertà di parola") variamente intese nei tempi, sono i mezzi per la realizzazione del governo democratico.